• IL NOSTRO NETWORK:
  • Indigo Communication
  • Technopolis
  • ictBusiness.it
  • TAB Magazine
logo
logo
  • Storie di copertina
  • Scenari
  • Eccellenze.it
  • Italia Digitale
  • Obbiettivo su
  • Vetrina Hi-tech
  • Ti trovi in:
  • Home Page
  • SCENARI

Alla scoperta (del business) della nuova Apple

Varando i nuovi iPhone 6, la casa di Cupertino ha messo anche un piede nei wearable con l’orologio che arriverà nel 2015 e confermato con la piattaforma Pay l'ingresso nel campo dei sistemi di p...

Pubblicato il 23 settembre 2014 da Luigi Ferro

Varando i nuovi iPhone 6, la casa di Cupertino ha messo anche un piede nei wearable con l’orologio che arriverà nel 2015 e confermato con la piattaforma Pay l'ingresso nel campo dei sistemi di pagamento mobili. Ecco come potrebbero cambiare gli orizzonti economici della Mela.

All’indomani della scomparsa di Steve Jobs, il suo successore Tim Cook disse che Apple aveva i cassetti pieni di progetti. Un modo per rassicurare il mercato sulla tenuta dell’azienda e anche per esorcizzare le paura di un futuro senza il fondatore.

L’ufficio di Jobs a Caupertino è ancora lì. Nessuno ha toccato nulla e Cook ha preferito occupare un’altra stanza. Ma intorno molto è cambiato. Apple è più aperta rispetto a prima, ha acquistato Beats (confluirà in iTunes o rimmarrà "indipendente"?) e assunto manager provenienti da altri settori. Se prima si lavorava a compartimenti stagni e tutto si univa nella testa del suo fondatore, ora la parola d’ordine è diventata la collaborazione.

Per il Ceo si tratta di un imperativo strategico soprattutto ora che "i confini tra hardware, software e servizi sono sfocati o stanno scomparendo". Così vedi gli ingegneri che lavorano accanto a chi si occupa della finanza, perché l’occhio ai conti è ferreo, e i servizi di Apple funzionano sui diversi dispositivi. "Non avremmo mai ottenuto questo risultato con il vecchio modello".

Una volta, ha ricordato l’Economist, Umberto Eco ha paragonato Apple al cattolicesimo e Microsoft al protestantesimo. . Il Macintosh, ha scritto, "racconta la fede passo dopo passo". Al contrario, Windows "permette la libera interpretazione della Scrittura ... e dà per scontato l'idea che non tutti possono raggiungere la salvezza". La distinzione rimane ma per Apple è arrivato il momento della Riforma.

Dei tanti progetti di cui Cook parlava al momento del suo insediamento, molti (al momento) sono rimasti nel cassetto. È stata anzi l’acerrima rivale Samsung - in occasione di Ifa 2014, a fine agosto - a stuzzicare la curiosità di tutti con il Gear Vr realizzato con Oculus, buttandosi decisamente in un nuovo filone per i tech gadget. Apple questa volta ha recitato la parte del follower, allargando il formato dell’iPhone lanciando il melafonino di sesta generazione (oltre 10 milioni gli iPhone 6 venduti in tre giorni dopo il lancio avvenuto il 19 settembre) e introducendo finalmente un suo sistema di pagamento.

Ed è proprio l’Apple Pay che, secondo qualche analista, rappresenta la novità più importante dell’ultimo show della Mela. Il successo della piattaforma di mobile commerce dipenderà molto da quanti iPhone 6 saranno spediti, ma probabilmente a Cupertino non si aspettano risultati immediati. Guardano al lungo periodo.

Secondo Gene Munster, analista di Piper Jaffray, "Apple Pay è stato l'annuncio più importante dai tempi di iTunes". Perché, se è vero quanto scrive Bloomberg, la Mela incasserà una percentuale dalle banche partner su ogni acquisto effettuato tramite il suo smartphone.

Quale fetta Apple si porterà a casa degli oltre 40 miliardi che le banche incassano ogni anno dai cosiddetti "swipe fees", le commissioni interbancarie utilizzati dagli istituti di credito per coprire il costo delle frodi subite, e quale sul totale dei 90 miliardi di dollari che svilupperà entro il 2017 il mercato degli acquisti via device mobile non è dato a sapersi.

Certo è che, buttandosi nel settore dei pagamenti. la società californiana allarga il suo modello di business che è fortemente ancorato agli iPhone, dai quali arrivano il 53% dei ricavi e il 70% dei profitti. Quella che ne esce è così un’Apple più aperta, gravata dal problema dell’iPad che sta perdendo terreno, ma che in futuro sarà meno concentrata sull’hardware e di più sul suo "ecosistema", e quindi una combinazione di software, servizi, dati e una pletora di partner.

Una sorta di "Hotel California" (la canzone degli Eagles) dove puoi uscire quando vuoi ma non andartene. Perché se utilizzi i servizi della Mela poi ci rimani per forza legato: iTunes oggi vanta più di 800 milioni di utenti attivi e con l’App Store realizza un fatturato di oltre 16 miliardi di dollari (esercizio fiscale 2013) con una crescita costante.

Apple

apple-watch

La strategia in campo consumer e quella in ambito aziendale
Ma non solo. La nuova Apple uscita dalla presentazione dei nuovi iPhone prevede un’offerta che copre molte fasce di mercato e non solo quelle di fascia alta.

Il vecchio 4S sarà ora venduto nei mercati emergenti a circa 300 dollari con due anni di contratto il 5c a 8Gb viene offerto gratuitamente, mentre per il 5s si parte da 99 dollari, per il nuovo iPhone 6 da 199 e per il 6 Plus da 299. Sempre con due anni di contratto. Un’offerta che non cambierà di molto le quote di mercato negli smartphone (circa l’80% sono Android e oltre il 30% Samsung), ma assicurerà ancora lauti ricavi alla Mela.

La scelta strategica di fondo è quella che storicamente caratterizza Cupertino. Si rimane nel poprio recinto vendendo solo i propri prodotti, ma se all’epoca dei pc la quota di mercato della Mela non andò mai oltre il 4% o giù di lì, oggi negli smartphone Tim Cook viaggia ben al di sopra del 10%, e soprattutto con marginalità più interessanti.

In più, con decorrenza 2015, il menu si aprirà anche al mondo wearable, per il quale Canalys parla per l’anno prossimo di un aumento a volumi del 129% con 43 milioni di dispositivi venduti, alimentato guarda caso dalla forte spinta dell’Apple Watch.

Secondo Canalys gli unici dubbi riguardano l’autonomia della batteria, per il resto non ci sono problemi, l’orologio di Apple sfonderà e completa l’offerta di Cupertino per quanto riguarda il mondo consumer.

Rimane invece un grande punto interrogativo per il mondo enterprise. Storicamente esclusa da questo mondo, la Mela ha calato recentemente l’asso dell’accordo con Ibm per portare le soluzioni di analytucs su iPhone e soprattutto iPad.

Il punto interrogativo è molto grande, ma nessuno ha espresso parere contrario a un accordo che permette ad Apple di lavorare, in una ideale situazione di complementarietà e senza business sovrapponibili, con un numero uno come Big Blue. Molto dipenderà da come le nuove app saranno realizzate, ma questo fa parte del gioco.

Tag: spotlight, tecnologia, Apple, mobile

SPOTLIGHT

  • La connettività alimenta il Pil, l’Italia insegue i Paesi forti
  • Windows riparte da 10. Microsoft lancia l’Os universale
  • Giro di boa in rosso per il digitale. Benino l'It, male le Tlc
  • Alla scoperta (del business) della nuova Apple
  • Le sfide dei Cio passano dall’agenda digitale aziendale

SCENARI

  • Scommettere sull'innovazione, meglio se aperta
  • Alla scoperta delle nuove stagioni della tecnologia
  • Tutti a mangiare nel piatto dell’intelligenza artificiale
  • Industria 4.0 e Pmi: robot, Iot, cloud e AI spingono la spesa
  • Il dragone hi-tech sfida la Silicon Valley, anche sui social

Seguici:
Scopri ictBusiness.it
Nuovi multifunzione a colori Ricoh, integrabili e sempre monitorati
Finix va a caccia di innovazione con un giovane manager
Pechino vieta negli enti statali la tecnologia non “made in China”
Scopri Futuremagazine
Organizzare una riunione è pià facile con Invite
Asus si fa in quattro con i tablet ZenPad
Presto in arrivo il Surface Pro 4 e i nuovi Lumia
Da non perdere
  • Più lette
  • Ultime pubblicate
EXECUTIVE ANALYSYS – La ricerca sul campo di Technopolis
Più sicurezza e risparmi se la stampa si integra con l'azienda
Chi siamo
Contatti
Privacy
Informativa Cookie
Storie di copertina
Scenari
Eccellenze.it
Italia Digitale
Obbiettivo su
Vetrina Hi-tech
Indigo Communication
ictBusiness.it
TAB Magazine
ictbusiness logo
© 2019 Indigo Communication - P.iva 04275830968