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Chi non sviluppa (le app mobili) resta ai margini del mercato

Uno studio di Vanson Bourne commissionato da Ca Technologies mostra l'emergere dell'application economy. Gli analisti stimano, solo in Europa, 670mila nuovi posti di lavoro creati direttamente grazie alle app, di cui 406mila sviluppatori. Ma le imprese italiane ancora non reagiscono in modo efficace

Pubblicato il 04 dicembre 2014 da Emilio Mango

Uno studio di Vanson Bourne commissionato da Ca Technologies mostra l'emergere dell'application economy. Gli analisti stimano, solo in Europa, 670mila nuovi posti di lavoro creati direttamente grazie alle app, di cui 406mila sviluppatori. Ma le imprese italiane ancora non reagiscono in modo efficace.

L’origine dell’App Economy, l’era in cui gli utenti e i dipendenti comunicano con le aziende sempre più attraverso le app e sempre meno con i mezzi tradizionali come il telefono, può essere fatta risalire addirittura al 2003, anno in cui Apple ha fatto debuttare iTunes. Poi è arrivata la disponibilità della banda larga, che ha permesso un uso più efficiente degli strumenti digitali, e contemporaneamente la società fondata da Steve Jobs ha creato l’Apple Store.

Questi, gli albori. Da allora tantissima acqua è passata sotto i ponti, e oggi le app sono talmente importanti per l’interazione tra le aziende e i propri clienti che chi non ha provveduto per tempo a curare questo canale di comunicazione rischia di restare ai margini del business.

“Il circolo virtuoso dell’App Economy”, dice Michele Lamartina, country leader di Ca Technologies Italia, “è basato su tre pilastri: i device intelligenti, come smartphone e tablet, la banda larga e il software, in particolare le app. Se nella prima fase di questo fenomeno a trarre giovamento dalle nuove opportunità sono stati soprattutto gli utenti, ora anche le aziende hanno scoperto che grazie alle applicazioni è possibile creare valore, efficienza e si possono ottimizzare i costi. Ecco perché adesso molti considerano strategica l’attività di app development”.

L’impatto di questo mercato sull’economia globale è molto più elevato di quanto non si possa pensare. Gli analisti stimano, solo in Europa, 670mila nuovi posti di lavoro creati direttamente grazie alle app, di cui 406mila sviluppatori. Il giro d’affari creato è di 16,5 miliardi di euro e mostra una crescita del 12% all’anno. Sono numeri impressionanti, giustificati dai vantaggi che le app offrono a chi le utilizza e a chi le sviluppa.

“Se per gli utenti i vantaggi sono noti”, prosegue Lamartina, “e si riferiscono soprattutto alla possibilità di usufruire di offerte mirate, sconti e di un’interazione più immediata con le aziende e con gli altri clienti, per le imprese i benefici sono emersi solo di recente: maggiore efficacia delle campagne di marketing one-to-one, acquisizione di nuovi clienti, maggior impatto delle attività di Crm e, in ultima analisi, un aumento del fatturato”.

 

I virtuosi non stanno a guardare

Dopo un primo momento di disorientamento, le aziende si sono rese conto che il software, e in particolare le app, sono semplicemente un modo nuovo, per i clienti, di interagire con il brand; anzi, stanno diventando il canale principale di interazione.

“Le sfide che le imprese, e i Cio in prima linea, si sono trovati a superare per non perdere il treno dell’App Economy sono almeno due”, dice Fabio Raho, solution account director di Ca Technologies per il Sud Europa. “La prima è iniziata quando è risultato evidente come, grazie alle applicazioni, le dimensioni aziendali non rappresentavano più un vantaggio nella competizione sul mercato. Piccole imprese innovative (Airbnb è solo un esempio, ndr) potevano in breve tempo arrivare a rubare quote di mercato a grandi colossi. La seconda è stata la localizzazione: non contavano più i confini geografici del mercato, perché le app sono globali”.

Se la “user experience” attraverso i nuovi canali software diventa un fattore critico di successo, va da sé che sviluppare bene le app è strategico: conta la velocità di rilascio e contano le competenze sia di business sia in ambito tecnologico.

Ma come si sono mosse le imprese di fronte a questo scenario? Secondo una ricerca commissionata da Ca Technologies e realizzata su oltre 1.400 responsabili It e commerciali di grandi imprese, risulta che almeno la metà abbiano già rilevato un effetto sensibile delle app sulle dinamiche del proprio settore.

Il 25% ha già incrementato gli investimenti nello sviluppo di applicazioni e, fenomeno ancora più interessante, il 52% ha già acquisito o pensa di acquisire una software house, per portarsi in casa il know-how in tempi rapidi. Chi lo ha già fatto, e ha rilasciato già almeno una app, mostra dinamiche di crescita superiori a chi non si è ancora mosso. Tra gli ostacoli, oltre ai ben noti problemi di budget che affliggono molte imprese, la ricerca rileva ancora una scarsa fiducia nella sicurezza delle applicazioni.

 

Tag: tecnologia, BYOD, APPLICAZIONI, mobile

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