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Flessibilità e costi, le priorità per i Cio

Pubblicato il 18 maggio 2018 da La Redazione

Nelle aziende italiane il tema della gestione dell’infrastruttura di rete è fra quelli che stanno preoccupando di più, soprattutto laddove siano in corso cambiamenti organizzativi importanti o, più semplicemente, dove occorra garantire la continuità di servizio e prestazioni ritenuta essenziale per il business.

Gli estratti dalle interviste realizzate per la nostra ricerca evidenziano come il cloud stia orientando le scelte evolutive di realtà anche molto diverse fra loro, ma più in generale emerge la volontà di rendere più flessibili e automatizzati i cambiamenti infrastrutturali imposti dalle evoluzioni del mercato.

“Abbiamo completato già da qualche anno il processo di migrazione verso il cloud della nostra infrastruttura. Questo ci ha consentito di concentrarci sul supporto all’abilitazione del business. Nel rapporto con il service provider, tuttavia, manteniamo alta l’attenzione soprattutto sugli aspetti legati alle prestazioni e alla sicurezza”. (Angelo Redaelli, Cio di Angelo Sacchi Elettroforniture)

“Nell’ottica del rinnovamento tecnologico, alla ricerca di una maggiore flessibilità abbiamo iniziato a valutare anche il software-defined networking. La scelta ci consente di gestire meglio un processo di crescita fatto di acquisizioni e dinamismo organizzativo”. (Gianfranco Scocco, Cio di Coopservice S.Coop)

“Negli ultimi tempi abbiamo dedicato priorità massima alla ridefinizione della componente di sicurezza a 360 gradi. A partire da qui, possiamo ipotizzare evoluzioni in direzione della business continuity e della flessibilità infrastrutturale”. (Enzo Grenzi, Ict infrastructure manager di Manutencoop)

“In linea con la strategia della nostra capogruppo, Veolia, abbiamo avviato un processo di progressivo decommissioning dei data center e di migrazione integrale verso il cloud. Il nostro obiettivo primario è supportare sempre più da vicino il business e, a tale scopo, anche il nostro personale tecnico sta seguendo un percorso specifico in questa direzione”. (Fabrizio Locchetta, Cio di Siram)

“Certamente il peso delle richieste del business e il rilascio continuo delle applicazioni sono elementi di forte pressione oggi. Inevitabili, di conseguenza, sono le ricadute anche sull’infrastruttura, che nel nostro caso tende soprattutto a essere sempre meno centralizzata”. (Paolo Rivolta, head of systems & networking team di Groupama)

“Nel settore industriale, si sta verificando un processo di convergenza sempre più forte tra le infrastrutture dedicate agli impianti di produzione e quelle utilizzate per il classico ambito Office. L’interconnessione con i sistemi It deve essere gestita con un’interfaccia di rete dedicata, definita Backbone Aggregation e implementata a livello produttivo. Il suo scopo primario è quello di garantire la comunicazione necessaria all’integrazione e, al tempo stesso, consentire la continuità di esercizio dell’impianto”. (Angelo Candian, head of industrial communication business segment di Siemens Italia)

“In una realtà relativamente complessa come la nostra, la scelta di adottare una sorta di cloud privato, ma esternalizzato nelle componenti fondamentali, ci ha consentito di avere un maggior controllo sui fornitori e di poterci interfacciare meglio con il business e le relative richieste”. (Loris Dal Magro, It director di Ideal Standard)

“A partire dagli stabilimenti inaugurati in tempi recenti, abbiamo scelto la via del Software-Defined Networking per evitare di dover fare ingenti investimenti nelle infrastrutture di rete. A fronte di questo passaggio, il livello di automazione e di intelligenza appare in costante crescita, per cui occorrono adeguati strumenti di orchestrazione a supporto”. (Fabio Bracone, responsabile architetture e Tlc di Philip Morris International)

 

Tag: tecnologia, VIRTUALIZZAZIONE, SOFTWARE

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