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Le competenze una risorsa chiave per cambiare. Ma ci sono?

Per supportare la rivoluzione digitale in Italia l'Agid mette in campo 127 organizzazioni. App, social media e IoT i focus. Uno studio lancia però l'allarme: solo il 17% dei Cio pensa di avere addetti con i giusti skill per adottare i nuovi paradigmi in azienda.

Pubblicato il 23 dicembre 2015 da Piero Aprile

Per supportare la rivoluzione digitale nella Penisola, l’Agenzia per l'Italia digitale mette in campo 127 organizzazioni. App, social media, IoT e cloud i focus. Uno studio sottolinea intanto l’importanza degli skill per adottare i nuovi paradigmi in azienda: solo il 17% dei Cio pensa però di avere dipendenti con le giuste capacità. Brutte notizie sul fronte Big Data e l’Internet delle cose.
 
L’Agid ci crede, e non potrebbe essere altrimenti. La trasformazione digitale del sistema Paese e la crescita di competitività dello stesso passa anche per le competenze. Per questo l’Agenzia che deve portare avanti i dettami dell’Agenda e giocare un ruolo importante nell’ambito del Piano di Crescita Digitale ha rinforzato uno degli organismi creati ad hoc per svolgere questa missione, la Coalizione Italiana.
 
Formata da 127 organizzazioni tra associazioni, imprese e pubbliche amministrazioni, ha al suo attivo oltre 80 progetti pensati per incidere direttamente sugli indicatori che valutano l’impatto del digitale nella società italiana.
 
In un contesto europeo dove il 90% della forza lavoro richiede competenze digitali minime - spiegano da Agid - la Coalizione ha l’obiettivo di unire gli sforzi e accrescere il numero di cittadini e imprenditori che sappiano sfruttare il potenziale offerto dalla nuova ondata di tecnologie, tra le quali le app mobili, i social media, i big data, l’internet delle cose, il cloud.
 
Dai dati aggregati e monitorati sul sito della coalizione (competenzedigitali.agid.gov.it) sono circa 864.000 i cittadini coinvolti in attività di alfabetizzazione di base, 72.600 i dipendenti della PA e 16mila le Pmi coinvolte in attività di formazione avanzata sulle competenze digitali, 6.400 gli imprenditori coinvolti in percorsi di sviluppo di competenze di e-leadership.
 
Lavorando insieme, industria, scuola e amministrazione pubblica - sottolinea in una nota l’Agenzia - hanno la forza di assicurare azioni di lungo termine e le condizioni per garantire occupazione, competitività e crescita, sviluppando soluzioni per una società sempre più connessa, rapida, flessibile e liquida.
 
Il punto focale della questione rimane il seguente: le competenze digitali in Italia oggi in esercizio dentro il cuore pulsante delle aziende (soprattutto quelle pubbliche) sono sufficienti per favorire il necessario cambio di passo? Molti indicatori non ci inducono a rispondere a questa domanda in modo affermativo. E studi come quello di cui parliamo nelle righe che seguono confermano che di lavoro da fare, e non solo in Italia ma soprattutto nel nostro Paese, ne serve ancora molto. Con buona pace dei digital champions che esultano soddisfatti dei risultati (non ben quantificati e quantificabili) raggiunti sin qui.
 

Fonte: "Skills for digital transformation", Technical University, Monaco di Baviera

 
Digital revolution: filosofia e competenze vincono sulla tecnologia
La vera leva per la trasformazione digitale delle imprese non risiede tanto nella tecnologia, quanto in una nuova filosofia di collaborazione che dovrebbe essere perseguita da tutti i dipendenti aziendali, a qualunque livello. È questo il messaggio chiave emerso dal nuovo studio ”Skill for digital transformation” realizzato dalla Technical University di Monaco di Baviera in collaborazione con Sap. 
 
Perché l’importanza della rivoluzione digitale è ormai sotto gli occhi di tutti, ma quante organizzazioni possono fare affidamento su risorse valide e sulle competenze adatte? Poche, secondo lo studio: se il 27% degli intervistati (81 in totale, per il 65% Cio) afferma di avere già predisposto un piano preciso per attuare strategie digitali e otto su dieci riconoscono comunque l’importanza della digital transformation, solo il 17% pensa di avere un numero sufficiente di dipendenti con gli skill giusti per guidare il business verso una nuova fase.
 
Ma quali sono le competenze più preziose? Quasi il 73% degli intervistati dichiara da un lato che una conoscenza estesa su analytics e Big Data sia importante, ma solo il 39% crede di possedere le competenze necessarie in questi ambiti. Altri temi cruciali sono la sicurezza digitale, l’Internet delle cose, il mobile, il cloud e i social media. Il problema è che, per questi settori, le capacità operative in certi casi sono decisamente ridotte.
 
Nell’IoT, ad esempio, solo il 37% pensa di avere gli skill giusti, anche se va meglio nel cloud (59,2%), nei social media (63,3%) e nella digital security (al primo posto, 67,1%). Inoltre, più dell’80% dei Cio intervistati per lo studio ha affermato che saper guidare il cambiamento rappresenta la seconda caratteristica più importante per avere successo nel nuovo scenario della trasformazione, proprio subito dopo la sicurezza digitale.
 
"La digital transformation ha una ricaduta diretta sia sui risultati di business sia sulle infrastrutture It”, ha commentato il professor Helmut Krcmar, presidente dell’Information Systems del Dipartimento di Informatica della Technical University di Monaco. 
 
“Questa analisi sottolinea la necessità di formare dipendenti e manager in maniera trasversale – dice ancora il professore – e di attirare al contempo nuovi talenti qualificati. Il nostro obiettivo è quello di mostrare alle organizzazioni l’importanza delle competenze digitali per colmare il gap e stimolare la formazione in questa direzione”. 
 
 
Tag: Italia, digitale, innovazione

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