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Sistemi Erp, siamo arrivati al punto di svolta

Pubblicato il 03 maggio 2017 da Claudia Rossi

La domanda è stagnante, ma l’offerta di soluzioni software per la gestione dei processi aziendali “core” è dinamica. Si prova a cambiare pelle con il cloud e con le verticalizzazioni, per spingersi fino all’integrazione della componente di automazione industriale.

Calma piatta sul mare dell’Erp, almeno dal punto di vista della domanda. Questa l’ultima fotografia scattata da Sirmi, società del Gruppo NetConsulting Cube, al segmento delle soluzioni gestionali di Enterprise Resource Planning: alla fine del 2016 il mercato italiano valeva 1.276,6 milioni di euro, cifra poco distante dai 1.267,4 milioni del 2015.

Ad accusare la maggiore sofferenza è stata soprattutto la componente dei servizi professionali, che generando un giro d’affari pari a 555,8 milioni di euro ha registrato un calo del 2% rispetto a due anni fa.

La flessione è stata causata da più fattori, come il ribasso delle tariffe, la maturità raggiunta dai progetti e la crescente concorrenza del cloud. Non a caso ad arretrare sono stati soprattutto i servizi professionali legati alle soluzioni gestionali, ovvero a quella fascia Erp più “leggera”, indirizzata a piccole aziende e microimprese in calo del 2,5% rispetto al 2015).

“Nella maggioranza dei casi, l’adozione di questi prodotti software non comporta l’avvio di progetti complessi”, spiega Annamaria Di Ruscio, amministratore delegato di NetConsulting Cube. “Si tratta, infatti, di gestionali generalmente disponibili ‘off-the shelf’, i quali non richiedono alcuna customizzazione ma solo un’installazione che in molti casi può essere svolta autonomamente dalle risorse aziendali.

Al contrario, l’implementazione di soluzioni Erp richiede rilevanti attività di personalizzazione e parametrizzazione, che in genere devono essere veicolate da grandi system integrator, outsourcer o società di consulenza globali. Questo contribuisce a limitare il downpricing delle tariffe professionali, i cui servizi calano in modo meno significativo, -1,7% rispetto al 2015”.

In decisa controtendenza va il mercato dei servizi cloud SaaS che, pur realizzando un balzo in avanti attorno al 35%, muove ancora un giro d’affari dal valore molto contenuto, solo 45,3 milioni di euro nel 2016.

“Caratterizzato da una grande penetrazione di soluzioni ‘as-a-service’ è soprattutto il segmento delle soluzioni gestionali: i prodotti di questa fascia, infatti, sono tipicamente standardizzati e la loro fruizione in cloud rappresenta una valida alternativa all’on-premise” chiarisce Di Ruscio, evidenziando come sul fronte delle licenze tradizionali l’intero mercato Erp/gestionale abbia chiuso il 2016 con un valore pressoché identico a quello dell’anno precedente: 666,5 milioni di euro contro i 666,8 milioni del 2015. A

lla piccola flessione registrata soprattutto dalle licenze dei prodotti gestionali (-0,6%) e in misura inferiore da quelle Erp (-0,2%) hanno contribuito in parte la situazione di crisi del sistema imprenditoriale italiano e in parte la maturità ormai raggiunta da tale segmento d’offerta.

In questo scenario sottotono spicca l’andamento positivo delle licenze dei gestionali indirizzati agli studi professionali, ambito che sta beneficiando di una congiuntura di mercato decisamente più stabile: le aziende continuano, infatti, a richiedere servizi, obbligate dalle cicliche scadenze tributarie che devono essere rispettate. “L’obbligo di ottemperare a normative sempre nuove spinge le aziende ad adeguare costantemente i propri applicativi”, sottolinea l’analista.

“Va detto, tuttavia, che nel caso delle grandi aziende si tratta in genere di investimenti incrementali, mentre nel segmento degli studi professionali l’effetto è più evidente. Qui, infatti, l’adozione dei gestionali è guidata proprio dall’esigenza di supportare efficacemente i clienti nel rispetto della legislazione nazionale”.

Per Di Ruscio, i player destinati ad essere vincenti in questo mercato saranno soprattutto quelli capaci di presidiare non solo gli aspetti tecnologici (database e cloud), ma anche quelli legati all’integrazione con la parte di automazione industriale (dettata da Industria 4.0) e con l’analisi dei dati (Big Data, oltre che Business Analytics).  

 

Tag: CLOUD COMPUTING, Italia, digitale

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