Attese e opportunità collegate al Digital Markets Act
Evocata già su diversi fronti, a poca distanza dalla presentazione da parte della Commissione Europea, la normativa può essere una svolta contro l’abuso di posizione dominante.
Pubblicato il 05 agosto 2021 da Roberto Bonino

Parlando di monopoli od ostacoli alla concorrenza, viene in mente la famigerata sigla Gafam. Alle iniziali di Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft, corrispondono o vengono associati comportamenti giudicati lesivi del corretto funzionamento del mercato tecnologico. Ma questo riguarda anche altri comparti dell’Ict, a cominciare dal software, citato di recente dalle associazioni del Cio italiani, all’indomani della denuncia di pratiche scorrette in tema di licensing e migrazioni al cloud.
Molte attese vengono riposte sul Digital Markets Act (Dma), una normativa da poco presentata dalla Commissione Europea. Una delle grandi novità riguarda il fatto che si tratta un quadro regolamentare ex ante, all’interno del quale si trovano principi che i grandi player, definiti sulla base di criteri dimensionali e di fatturato, dovranno accettare dopo essersi registrati presso i servizi della Commissione. Quindi, non è più centrale l’idea di aver abusato di una posizione dominante ex post, ma di aderire a un insieme di obblighi che la Commissione si riserva di poter modificare e attualizzare, fino ad arrivare a chiedere ai cosiddetti gatekeeper informazioni preventive sulle loro politiche e sulle operazioni di acquisizione.
Adesso appare importante che il provvedimento venga approvato senza ritardi all’interno del Parlamento Europeo, per poter poi completare l’attuazione nel 2022, aggiornando anche altre normative, come il Gdpr. Per riuscirci, la stessa Commissione ha evocato la necessità di poter disporre di maggiori risorse dedicate alla definizione degli obblighi, l’identificazione dei gatekeeper e il controllo del rispetto delle normative. Oltre a questo, andrà precisata l’articolazione fra i servizi sotto l’egida europea e il peso delle differenti autorità nazionali che potrebbero essere coinvolte. Inoltre, va ricordato, il Dma si complementa con il Digital Services Act, che si occupa della responsabilità delle piattaforme nella diffusione di contenuti illeciti.
Ancora una volta, sarà una normativa a regolare l’andamento del mercato tecnologico in Europa, ma questo non basta a rimettere il Vecchio Continente al centro dei processi di trasformazione digitale che percorrono oggi il mondo. La dipendenza tecnologica resta il principale ostacolo da superare. L’innovazione deve essere stimolata dalla creazione di un ambiente più solido, costruito sulla formazione e la conoscenza, la disponibilità di budget significativi soprattutto per università e strutture di ricerca e il rafforzamento delle operazioni di investimento a rischio di capitale.
COMMISSIONE EUROPEA