Costruire un’azienda nell’azienda per accelerare l’innovazione
Il Corporate Venture Building è una strategia che consente di creare un'entità indipendente e separata che funge da centro per l'innovazione esterna. Approfondisce il tema Cosimo Panetta, co-founder di The Doers.
Pubblicato il 15 maggio 2023 da Redazione

Mentre il mondo continua a muoversi sempre più rapidamente, le organizzazioni devono essere in grado di innovare a una velocità ancora maggiore rispetto al passato per rimanere al passo con i cambiamenti del mercato. Le idee devono essere elaborate e realizzate con estrema rapidità e per questo il vecchio modello dell’innovazione in-house non riesce più a tenere il ritmo.
Oggi il Corporate Venture Building è una strategia che consente di creare un'entità indipendente e separata che funge da centro per l'innovazione esterna ed è sempre più utilizzata da tutte quelle realtà che vogliono essere all'avanguardia. Si tratta di un vero e proprio catalizzatore di innovazioni di prodotto e di business mirate e strategicamente allineate, che aumentano le opportunità di crescita per tutte quelle organizzazioni che sono in grado di capitalizzare l’innovazione.
Non essendoci stime di mercato sul Venture Building, lo si fa generalmente rientrare nel più ampio contesto del Venture Capital, che secondo Dealroom nel 2022 nel mondo valeva 483 miliardi di dollari. In Italia, invece, secondo i dati dell’Osservatorio Open Innovation e Corporate Venture Capital 2022 di Assolombarda, circa un terzo delle startup e Pmi innovative sono partecipate da Corporate Venture Capital, per un totale di 5.300 imprese che generano 4,3 miliardi di euro di ricavi.
In quanto libero dalla burocrazia aziendale, pur rimanendo strettamente allineato agli imperativi strategici dell'azienda, il Corporate Venture Building consente alle organizzazioni di creare un motore di innovazione con tutta la velocità, la flessibilità e l'agilità di una startup, ma con il sostegno e le risorse di un'azienda già esistente e il coinvolgimento di figure diversificate, tra cui imprenditori, designer, marketer e sviluppatori. Grazie alle risorse, alle connessioni e agli esperti dell'azienda che sostengono gli sforzi della corporate venture, questo modello di business si rivela una risorsa molto utile in caso di nuove idee imprenditoriali in cui il rischio non può essere previsto o misurato
Tipicamente, il venture builder sfrutta la sua rete di aziende partner, mentor e potenziali investitori e possiede un ampio ventaglio di skill, competenze imprenditoriali e una comprovata esperienza nella validazione di idee: tutti requisiti fondamentali per coinvolgere dei co-investitori che sposino il progetto. Lato corporate, i plus che vengono offerti alla nuova realtà nascente sono indubbiamente le risorse finanziarie, le competenze tecniche, un’approfondita conoscenza del mercato e del contesto in cui si opera e una base clienti già esistente.
Cosimo Panetta, co-founder di The Doers
Generalmente, il processo di venture building si svolge in quattro fasi. La prima fase è detta origination e prevede l’individuazione delle opportunità di mercato attraverso vari strumenti, come le ricerche, l’analisi dei trend di mercato e tech, degli asset interni tangibili e non e dei brevetti, per arrivare alla raccolta di idee da parte del corporate intrapreneurship e del top management. In seguito a questa analisi, il venture builder leadership team decide quali idee validare e chi includere nel validation team.
La seconda fase è la validation e consiste nella validazione delle opportunità di mercato selezionate, con un forte focus sulla desiderabilità da parte del mercato. Qui si fa riferimento a un mix di analisi qualitative (ad esempio le interviste cognitive di profondità) e quantitative (come landing page e brochure).
Si approda così alla terza fase che è quella dell’Mvp building, che prevede la definizione e costruzione degli Mvp (Minimum Viable Product) per raggiungere il product-market fit, nonchè la definizione della strategia go-to-market e del lancio di prodotto, seguito dall’ingaggio dei primi clienti che testano il prodotto stesso.
A questo punto, nell'ultima fase che è quella di scaling avviene la costituzione dell’azienda e l’investimento vero e proprio, seguiti dalla preparazione a successivi round di finanziamento. Scenari alternativi a spin-off e scaling della nuova venture possono essere anche l’integrazione del nuovo prodotto nel business dell'organizzazione già esistente o la creazione di una nuova business unit dedicata.
Cinque fattori chiave per il successo di un’operazione di Corporate Venture Building
Per avere successo, un’operazione di Corporate Venture Building deve essere sviluppata prevedendo alcune fondamentali caratteristiche:
1) C-Level on board. I top manager devono essere a bordo e determinati a promuovere una mentalità aperta all'innovazione, alla sperimentazione e alla gestione del rischio per affrontare le sfide emergenti.
2) Governance dedicata. Fondamentale anche avere un team di gestione competente, guidato da leader esperti nell'innovazione e nell'imprenditorialità. La governance dovrebbe avere un'ampia autonomia decisionale, permettendo al corporate venture builder di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e di prendere decisioni efficaci per il successo delle startup.
3) Sandbox operativa. Il venture builder deve agire in un ambiente di sperimentazione protetto, con processi al di fuori delle logiche della corporate madre.
4) Collaborazione azienda-startup. Comunicazione aperta, condivisione di risorse, strutture operative, reti di distribuzione e competenze settoriali sono ciò che entrambe le parti devono mettere in gioco per il successo dell’iniziativa.
5) Accesso a un network di fondi e investitori interessati alla nuova venture. L’accesso facilitato a capitali esterni e privati può semplificare e velocizzare lo sviluppo della venture.
Un’impresa nell’impresa come risorsa per l’innovazione
Le giovani aziende sono particolarmente forti quando si tratta di identificare e sfruttare il potenziale di innovazione, motivo per cui le startup in particolare sono spesso molto più attive in questo settore rispetto alle grandi aziende. Tra l'altro, il vantaggio diventa ancora maggiore considerando il fatto che le organizzazioni tendono a sviluppare una certa inerzia per l'innovazione man mano che aumentano le proprie dimensioni, poiché più si cresce e più le strutture aziendali si consolidano. Inoltre, i percorsi di sviluppo futuri sono limitati perché le risorse aziendali sono concentrate sulle attività esistenti.
Perdere il vantaggio competitivo a causa dei cambiamenti del contesto aziendale in questo scenario è piuttosto semplice. Il Corporate Venture Building offre, invece, un modo molto efficace per contrastare questa situazione, promuovere l'innovazione e mantenere la quota di mercato nel tempo. Le organizzazioni possono perseguire nuove idee innovative in modo isolato dalle attività quotidiane, senza essere frenate dalle strutture aziendali esistenti. Allo stesso tempo, è possibile utilizzare le risorse esistenti come vantaggio competitivo e ottenere risultati più rapidamente rispetto alle startup che devono partire da zero.
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