Digitale, semplificazione, cybersicurezza: le sfide della PA italiana
Il Decreto Semplificazioni e Governance Pnrr e il Decreto Reclutamento puntano a snellire la macchina burocratica e a potenziare i servizi al cittadino.
Pubblicato il 30 agosto 2021 da Redazione

La Pubblica Amministrazione italiana si impegna nella trasformazione digitale, con nuove assunzioni e nuovi profili professionali, con nuovi servizi ai cittadini e con procedure più semplificate per i bandi di gara. Uno tsunami di novità, racchiuse nel Decreto Semplificazioni e Governance Pnrr e nel Decreto Reclutamento (già ribattezzato dalla stampa come Decreto Brunetta, poiché voluto dal ministro della Pubblica Amministrazione, oltre che dalla ministra della giustizia Marta Cartabia). Misure che serviranno all’Italia per ricostruire il proprio tessuto economico dopo la crisi del covid-19, ma anche per recuperare terreno rispetto ai Paesi europei più digitalizzati, più snelli nella burocrazia, più vicini al cittadino.
Il Decreto Reclutamento dello scorso luglio, già convertito in legge (legge 113 del 6 agosto 2021), ha stabilito la necessità di assumere a tempo determinato, fino al fino al 31 dicembre 2026, circa 400 professionisti che copriranno tutto il ventaglio di competenze specialistiche necessarie per mettere in atto il Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si punta a formare, spiega l’ufficio stampa del governo, “una vera e propria unità per il supporto alla transizione digitale”, il Dipartimento per la trasformazione digitale (Dtd), che sosterrà gli sforzi di trasformazione della PA e aiuterà a mettere in pratica gli interventi di digitalizzazione, innovazione e cybersicurezza previsti dal Pnrr.
Il Dipartimento per la trasformazione digitale potrà avvalersi di un contingente di 268 nuovi esperti, a cui si aggiungeranno altre 70 professionalità comandate da altre amministrazioni. “Queste risorse aggiuntive andranno a rafforzare l’unità di orchestrazione centralizzata delle progettualità del Pnrr presso il Dtd e a costituire le sette squadre operative che supporteranno tutte le amministrazioni sul territorio”, spiega l’ufficio stampa. “Sono previste inoltre 67 unità aggiuntive di personale presso l'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID), per permettere all'Agenzia di supportare e monitorare le attività di gestione e realizzazione dei progetti Pnrr di trasformazione digitale”. Con questo decreto nasce anche il Portale del Reclutamento della PA, una piattaforma digitale in cui ciascun cittadino potrà monitorare i bandi di concorso per le assunzioni e le forniture alla Pubblica Amministrazione (sia quelli ordinari, sia quelli straordinari previsti per il Pnrr). Registrandosi con Spid, carta d’identità elettronica e Carta nazionale dei servizi, i cittadini possono inserire il proprio curriculum, trovare e seguire i concorsi su una mappa georeferenziata, inoltrare domande di partecipazione.
Semplicità vuol dire velocità
Diversi gli obiettivi del Decreto Semplificazioni, tutti riguardanti la sfera dei servizi al cittadino. Per velocizzare le procedure di autorizzazione per la banda ultralarga, il decreto fissa a 90 giorni il tempo massimo per autorizzare gli scavi per la posa delle infrastrutture (a oggi in media ne servono oltre 300). Scaduto tale termine, varrà la logica del silenzio assenso o potrà essere esercitato un potere sostitutivo. Per i cinque anni del Pnrr non serviranno, invece, particolari autorizzazioni per gli interventi di piccola entità a basso impatto ambientale, effettuati con la micro o mini trincea, o per la sostituzione delle antenne già esistenti. Altre misure riguardano, più direttamente, i servizi digitali della Pubblica Amministrazione.
Scompaiono le raccomandate cartacee: al loro posto, notifiche che vengono recapitate direttamente al “domicilio digitale” del cittadino. Verrà, inoltre, eletto un domicilio speciale per determinati atti e verrà attribuito un domicilio digitale a tutti coloro che non lo abbiano ancora scelto (come è possibile fare direttamente dal sito di Inps). Altra novità è il fatto che le certificazioni anagrafiche digitali saranno esenti da imposta di bollo e dai diritti di segreteria, e in ogni caso il rilascio avverrà senza costi per il richiedente. L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) sarà integrata con l’archivio nazionale dei registri dello stato civile e con le liste elettorali comunali. Ci sarà, inoltre, possibilità di delega per l’identità digitale: chi non possieda credenziali Spid o Carta d'Identità Elettronica (magari perché non sa utilizzare questi strumenti) potrà delegare qualcun altro per accedere ai servizi pubblici online per suo conto.
Il Decreto mira poi a rafforzare e semplificare i meccanismi per la condivisione dei dati della PA, così che i cittadini e le aziende non debbano ogni volta presentare i propri dati a una specifica amministrazione oppure siano costretti a recarsi in diversi uffici per ritirare le pratiche. Una piattaforma digitale, accessibile alle diverse amministrazioni pubbliche, collegherà le più importanti banche dati seguendo linee guida comuni. Gli enti della Pubblica Amministrazione devono impegnarsi in questo percorso: chi non rispetterà gli obblighi e linee guida indicati dal DTD potrà essere sanzionato dall'AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale. I proventi andranno a sostenere in parti uguali l’attività di AgID e i progetti di innovazione e trasformazione digitale delle amministrazioni più virtuose attraverso il Fondo per l’Innovazione.
Cybersicurezza, la grande incognita
In questa ondata di novità e impegni per la trasformazione digitale, è una nota stonata (ma importante da ascoltare) l’allarme lanciato da Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, lo scorso maggio in occasione del festival dell’Economia di Trento. Come riportato da Rainews, il ministro ha ammesso che il “93-95% dei server della Pubblica Amministrazione non è in condizioni di sicurezza. Qui nessuno è sicuro e non possiamo andare avanti così, abbiamo bisogno di cloud più sicuri perché i dati sensibili dei cittadini e quelli meno sensibili siano tenuti in sicurezza". L’appello alla sicurezza dei dati è particolarmente importante in questo momento alla luce del recente attacco ransomware subìto dalla Regione Lazio, il quale ha crittografato e temporaneamente bloccato il sistema di prenotazione dei vaccini anti covid, ma soprattutto ha evidenziato le debolezze dell’infrastruttura tecnologica pubblica.
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