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Fabbriche e logistica smart, anche l’Italia è pronta a spendere

Secondo uno studio di Reply, gli investimenti di Internet of Things industriale in smart factory e smart logistics triplicheranno nel giro di cinque anni nei Paesi europei altospendenti. Dopo Germania e Francia c’è l’Italia.

Pubblicato il 02 settembre 2021 da Redazione

L’Internet of Things industriale (IoTT) sta crescendo, specialmente per quanto riguarda alcune delle tecnologie che permettono alle fabbriche e alla logistica di diventare più connesse, intelligenti e digitalizzate. Tra i benefici dell’IoT applicato all’industria e alla logistica ci sono la possibilità di ottimizzare la produzione, migliorare la qualità della delivery, introdurre la manutenzione predittiva, automatizzare la supply chain, e molto altro. Secondo una ricerca di Reply (“Industrial IoT: A Reality Check”, basata sui dati raccolti con la piattaforma proprietaria Trend SONAR e il supporto di Teknowlogy Group) il mercato delle tecnologie di smart factory nei Paesi dell’Unione Europea  triplicherà da qui al 2025. In tutto il mondo, le aziende investiranno in soluzioni per l’industria connessa soprattutto per poter gestire meglio la qualità della produzione e per ridurre i costi.

 

Nel gruppo delle cinque nazioni europee altospendenti, in cui rientra l’Italia insieme a Francia, Germania, Paesi Bassi e Belgio, il mercato delle smart factory crescerà del 190% in cinque anni, raggiungendo un valore di 23 miliardi di euro. Saranno le aziende tedesche e quelle transalpine a guidare gli investimenti, seguite dall’Italia, che passerà dai 580 milioni di euro investiti in smart factory nel 2020 ai circa 1,55 miliardi di euro previsti per il 2025. In questo cluster, inoltre, gli investimenti in logistica e trasporti smart aumenteranno del 159% nel periodo considerato. Nei prossimi anni i protagonisti della scena IoTT saranno però i cinque Paesi che la ricerca identifica come “cluster Big-5”, cioè Stati Uniti, Brasile, Cina, India e Regno Unito: in questo gruppo, nel complesso, il mercato delle smart factory crescerà del 205%, per arrivare nel 2025 a superare gli 86 miliardi di euro di valore. 

 

 

La ricerca evidenzia come queste soluzioni tecnologiche non siano solo importanti in tempi di prosperità: anche nel 2020, nonostante la crisi pandemica e le conseguenti chiusure delle fabbriche,  entrambi i cluster hanno visto una piccola crescita degli investimenti sia nelle fabbriche intelligenti sia nell’area smart transport & logistics. Mentre in precedenza queste tecnologie erano state usate soprattutto per migliorare l’efficienza delle fabbriche e dei centri logistici, ottenendo risparmi e miglioramento della qualità, durante la pandemia gli investimenti sono stati finalizzati soprattutto a potenziare la sicurezza dei lavoratori. Nel lungo periodo, poi, l’uso delle tecnologie IoTT si rifletterà direttamente sui consumatori finali attraverso lo sviluppo di offerte di beni e servizi sempre più personalizzati. La connettività e i sensori permetteranno, inoltre, di proporre elettrodomestici, automobili, robot, device elettronici e di intrattenimento con funzioni di aggiornamento e manutenzione da remoto.

 

“Senza l’Industrial IoT, l’Industria 4.0 non può esistere”, ha dichiarato Filippo Rizzante, chief technology officer di Reply. “I dati sono fondamentali per una evoluzione “smart” del mondo industriale e l’Industrial IoT è ciò che permette a una infrastruttura di raccoglierli, trasmetterli al cloud e gestire le successive analisi, all’interno di un circolo virtuoso di vantaggi per il business”.

 

Nei prossimi anni, fattori di spinta del mercato saranno la disponibilità di sensori a basso costo e la diffusione delle reti 5G, che potranno supportare nuove applicazioni e migliorare quelle esistenti grazie al trasferimento dati a bassa latenza. A ciò si affiancherà la generale crescita della potenza di calcolo delle sale macchine e del cloud. Tutto ciò, sottolinea Reply, migliorerà non soltanto l’efficienza dell’industria ma anche la sicurezza, grazie al maggior uso di sensori, robot, veicoli connessi, realtà aumentata e virtuale. 

 

Come migliorare la cybersicurezza dell’industria
Oltre alla sicurezza fisica dei lavoratori c’è da considerare la cybersicurezza (punto critico, se pensiamo ai molti attacchi ransomware e di altro tipo rivolti al mondo industriale, e basti citare il caso di Colonial Pipeline). I dispositivi connessi crescono in numero e tipologia, e questa loro eterogeneità alimenta il rischio di attacchi, le difficoltà di manutenzione e di gestione tramite policy.  

 

Sulla base dell’esperienza maturata in quest’ambito, Reply suggerisce alle aziende di dotarsi di ambienti micro-segmentati (on-premise, basati su cloud o “misti”), stabili e pronti a reagire a agli attacchi (anche a quelli che potrebbero utilizzare nuove tecniche e tecnologie). L’analisi dell’architettura IoT, dei componenti industriali e delle intere infrastrutture permette di individuare lacune, vulnerabilità e minacce. Inoltre è importante prevedere programmi di formazione per i dipendenti e lo studio e il test continuo di qualsiasi dispositivo utilizzato.

 

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