I budget per il digitale in Italia sono ancora insufficienti
Da una ricerca realizzata da The European House - Ambrosetti si ricava che oltre l’80% delle imprese ha investito una quota molto bassa di risorse rispetto al proprio fatturato. Il 25% ha speso in tre anni solo fino a 100mila euro per la trasformazione.
Pubblicato il 11 aprile 2023 da Redazione

A sentire le aziende e gli analisti italiani, la trasformazione digitale appare ineluttabile, ma alla prova dei fatti la strada da percorrere appare ancora molto lunga. The European House – Ambrosetti ha appena prodotto una ricerca, intitolata “Innovazione e nuovi modelli organizzativi: obiettivi e sfide per i Cfo”, nella quale si evidenzia come il 65% delle imprese nazionali investa fra l’1 e il 10% del fatturato in progetti legati alla digitalizzazione. Un altro 16% non supera nemmeno l’1%, a indicare come oltre l’80% mantenga su questo fronte per ora un profilo molto basso. Solo l’8% ha destinato all’innovazione tecnologica una quota superiore al 20%.
In termini strettamente monetari, negli ultimi tre anni c’è un 25% di aziende che non ha raggiunto i 100mila euro complessivi di investimento e un altro 26% non è andato oltre i 500 mila euro. A titolo di parziale consolazione, tutte le realtà esaminate hanno destinato almeno qualche risorsa economica al digitale.
Lo studio di The European House – Ambrosetti, realizzato con il supporto di Workday, ha posto in rilievo soprattutto il peso del cloud come motore dei processi di trasformazione. Questo è stato indicato dall’82% del campione analizzato, ponendo una certa distanza da altri filoni tecnologici comunque presi in considerazione. Le business application, infatti, seguono con il 62%, mentre più indietro si trovano la cybersecurity (53%), l’intelligenza artificiale applicata ai dati (46%), l’Internet of Things (38%) e la robotica (36%).
Poiché la ricerca era centrata sulle figure dei direttori finanziari, a svettare è apparsa sottolineato l'importanza di avere dati e modelli accurati per valutare gli investimenti in tecnologie digitali necessari per la trasformazione dei modelli di business e l'innovazione dei processi aziendali. Appare però importante anche stabilire rapporti di collaborazione attiva tra la funzione finance e quella It, per superare gli ostacoli che possono compromettere la reperibilità, la fruibilità e il successivo utilizzo dei dati.
Il vero limite all’adozione di nuove tecnologie digitali appare legato a fattori come la cultura aziendale (62%) e la carenza di competenze (48%), anche se una certa rilevanza rivestono le incertezze sul ritorno degli investimenti (32%) e l’oggettiva indisponibilità di budget (30%).
Secondo The European House – Ambrosetti, la funzione finance deve essere attivamente coinvolta nella formulazione della strategia aziendale ampliando progressivamente il ruolo tradizionalmente ricoperto fino ad oggi. Inoltre, alle tradizionali misure di performance basate sulla contribuzione delle diverse linee di business alla generazione di valore occorre affiancare nuovi modelli di misurazione e nuove metriche che tengano conto anche della sostenibilità sociale e ambientale. Valorizzazione del capitale umano, sviluppo della collaborazione e adozione di architetture applicative collegate ai modelli di business appaiono altri fattori rilevanti.
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