I data center del futuro tra sostenibilità e resilienza
Il rapporto 2023 dell'Uptime Institute registra un miglioramento dell’affidabilità globale, ma rileva anche le difficoltà nella definizione di metriche efficaci nel rapporto fra efficienza energetica e rispetto dell'ambiente.
Pubblicato il 22 agosto 2023 da Redazione

In un panorama in continua evoluzione, il rapporto Global Data Center Survey 2023 dell'Uptime Institute ja posto l’accento soprattutto sulle sfide e i progressi relativi alla sostenibilità e alla resilienza. I dati rivelano un'industria in crescita, ma ancora alle prese con problematiche normative, rischi di interruzioni e difficoltà di misurazione dei passi avanti sulla sostenibilità.
Un punto chiave di riflessione all'interno del rapporto riguarda proprio l'impatto ambientale dei data center. Molti operatori si trovano a fronteggiare la difficoltà di conformarsi alle nuove normative e alle crescenti richieste di sostenibilità avanzate dai clienti e del pubblico. Sebbene le tecnologie emergenti offrano soluzioni potenziali, la mancanza di standardizzazione e di scalabilità rappresentano ostacoli significativi. Pertanto, una delle sfide fondamentali per il futuro a breve termine riguarda la definizione di una formula che bilanci l'efficienza energetica con la riduzione del carbon footprint.
L'Uptime Institute suggerisce di concentrarsi sul monitoraggio del consumo energetico, sull'indice di efficienza energetica (Pue) e sull'utilizzo del raffreddamento ad acqua. Tali miglioramenti, chr spesso portano anche a risparmi finanziari, sembrano più accessibili rispetto alla riduzione delle emissioni, che appare un compito più complesso e con incentivi finanziari meno diretti.
Resilienza e gestione delle interruzioni
La resilienza è un altro ambito cruciale esaminato dal rapporto. Se da un lato gli operatori continuano a investire nella ridondanza dei sistemi per migliorare l’affidabilità delle infrastrutture, i guasti rimangono una preoccupazione costante. La complessità del monitoraggio, che coinvolge sia l'It che le reti, rappresenta una sfida significativa. La definizione delle interruzioni, la loro identificazione e l'analisi delle cause sono diventate complesse in un mondo sempre più interconnesso.
Peraltro, prevale fin qui il comune atteggiamento tra gli operatori di evitare la divulgazione delle notizie sulle interruzioni, il che porta a dati poco chiari e incompleti sulle cause profonde di questi stop. Nonostante ciò, i dati di Uptime Institute mostrano una graduale diminuzione della frequenza e della gravità delle interruzioni, indicando una progressiva crescita della resilienza nel settore. Va ricordato che l’analisi è stata realizzata nei primi mesi del 2023 e ha coinvolto oltre 850 proprietari o gestori di infrastrutture e circa 700 fra fornitori e consulenti. Nell’indagine del 2023, il 55% degli operatori ha affermato di aver subito un’interruzione negli ultimi tre anni, rispetto al 60% nel 2022, al 69% nel 2021 e al 78% nel 2020, confermando così il trend al ribasso.
Impatti della pandemia e futuro
La pandemia ha scosso l'industria dei data center, influenzando sia la domanda che l'approvvigionamento delle attrezzature chiave. Tuttavia, nonostante gli ostacoli, il settore è riuscito a mantenere un trend di miglioramento annuale nella resilienza. La crescente importanza dei servizi digitali nella vita quotidiana è stata citata come motivo della maggiore copertura mediatica delle interruzioni, ma i dati non mostrano un peggioramento generale.
Va sottolineato che il quadro fornito dal sondaggio potrebbe subire alcune variazioni a causa di modifica nella metodologia statistica. Inoltre, la pandemia e altri failure point al momento imprevedibili potrebbero influenzare le tendenze future.
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