Il cloud pubblico cresce soprattutto nella logica IaaS
Secondo le cifre pubblicate da Canalys, gli investimenti in servizi infrastrutturali hanno registrato, nel secondo trimestre 2021, un aumento del 36%. L’analista si concentra sullo stato di avanzamento dei leader sul fronte green It.
Pubblicato il 03 agosto 2021 da Redazione

Malgrado gli effetti ancora presenti della crisi pandemica, sembra che le imprese stiano pianificando l’evoluzione delle proprie risorse infrastrutturali facendo ricorso sempre più convinto al cloud pubblico. A certificarlo arriva l’ultimo studio di Canalys, che misura in un 36% la crescita del mercato IaaS nel secondo trimestre 2021.
Secondo l’analista, sta prevalendo l’intenzione di procedere con i progetti di trasformazione digitale, con un accento più marcato sulla resilienza e questo sta facendo salire la richiesta di consumo di risorse in cloud, tant’è che la componente IaaS su infrastrutture pubbliche ha generato un giro d’affari di 47 miliardi di dollari.
In questo contesto, continuano a farla da padroni gli hyperscaler. Nel secondo trimestre 2021, Aws, Azure e Google Cloud hanno assorbito il 61% di tutti gli investimenti nel settore. I limiti su scala europea e nazionale possono essersi fatti un po' più significativi, ma questo non inficia la fiducia che le aziende sembrano riporre su attori ritenuti affidabili e lì continuano a concentrare l’esternalizzazione dei propri carichi di lavoro.
Canalys aggiunge un’enfasi particolare sull’abbinamento crescente fra esigenze di agilità e flessibilità operativa da un lato e maggior consapevolezza di voler fin d’ora ottenere qualche effetto sul fronte della riduzione dell’impatto ambientale dell’It. Il cloud, dunque, viene interpretato sempre più anche come un mezzo per ottenere in tempi brevi o medi risultati tangibili in un’ottica di green It richiesta dai consigli d’amministrazione delle aziende o attivata direttamente dai Cio, all’interni di piani che comunque si stanno delineando un po' ovunque.
Il leader del mercato IaaS pubblico resta Amazon, avendo assorbito il 31% di tutti gli investimenti. Nelle decisioni delle aziende può rientrare anche il fatto che già oggi diversi data center di Aws sono carbon neutral, ma il player globale ha dichiarato di voler coprire il 100% del proprio parco con energie rinnovabili entro il 2025.
Alle spalle, inizia a farsi seriamente sentire Microsoft. Azure ha registrato una crescita del 51% nel secondo trimestre 2021 e detiene il 22% del mercato. La casa di Redmond ha lo stesso obiettivo di Amazon, ovvero convertire tutti i propri data center a energie rinnovabili entro il 2025, ma la neutralità delle emissioni è stata già raggiunta da qualche anno e l’intento ora è diventare carbon-negative entro il 2030.
Google Cloud Platform è ancora indietro rispetto ai due leader e oggi detiene solo l’8% del mercato, però Canalys attribuisce nel secondo trimestre 2021 un’ascesa del 66%. L’analista evidenzia come l’azienda abbia raggiunto la neutralità delle emissioni prima delle altre, già nel 2007 e dal 2017 acquisti una quota più alta di energie rinnovabili rispetto all’elettricità utilizzata. Google ha annunciato lo scorso anno di aver azzerato le proprie storiche emissioni di carbonio (tramite acquisti di compensazione), ma per l’alimentazione di data center e campus al 100% con energie rinnovabili occorrerà attendere il 2030.
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