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Intelligenza artificiale, le promesse non ancora realizzate

Nel 2022 la spesa mondiale in software di AI e apprendimento automatico crescerà del 21% rispetto ai livelli del 2021. Ma i progetti aziendali sono spesso ancora acerbi.

Pubblicato il 13 gennaio 2022 da Valentina Bernocco

La scalata continua, pur tra qualche difficoltà. “Il mercato del software di intelligenza artificiale sta guadagnando velocità, ma la sua traiettoria di lungo periodo dipenderà da quanto le aziende faranno progressi nella loro maturità in merito all’Artificial Intelligence”, ha commentato Alys Woodward, direttrice della ricerca senior di Gartner. Secondo le previsioni della società di ricerca, nel 2022 il giro d’affari dei software di intelligenza artificiale e machine learning raggiungerà quota 62,5 miliardi di dollari, segnando un incremento del 21,3% sul valore del 2021.

Nel conteggio sono incluse tutte le applicazioni con incorporate capacità di intelligenza artificiale o di apprendimento automatico, come per esempio i software di visione computerizzata e quelli di comprensione del linguaggio naturale; vi sono compresi, inoltre, i software usati per creare sistemi di AI. Il calcolo non è la pura somma di quanto le aziende del mondo spenderanno per acquistare, sviluppare e introdurre sistemi di intelligenza artificiale, bensì comprende una stima del valore di business potenzialmente generato e anche, per converso, dei rischi.

A detta di Gartner, le cinque categorie di applicazioni su cui si riverseranno maggiori investimenti saranno la gestione della conoscenza (area che include i sistemi di analisi dei dati a scopo di insight, automazione, apprendimento automatico), gli assistenti virtuali (dai chatbot ai software vocali), i veicoli a guida autonoma, la digitalizzazione dei luoghi di lavoro e il data crowdsourcing (cioè la raccolta di dati su opinioni, azioni, preferenze degli utenti attraverso siti Web, app, social media e altre fonti).

Ma a che punto sono le aziende oggi? Un’indagine condotta da Gartner su duemila chief information officer suggerisce che il 48% ha già adottato una qualche tecnologia di AI o machine learning oppure lo farà a breve (entro un anno). Oggi però il grado di interesse del mondo imprenditoriale riguardo all’intelligenza artificiale pare superiore al grado di maturità raggiunta. Nel portare “in produzione” le applicazioni, molte aziende faticano a renderle parte integrante delle normali operazioni, altre non si fidano dei risultati ottenibili e in molti casi, in effetti, non ottengono vantaggi. Solamente nel 2025, secondo le previsioni di Gartner, metà delle aziende avranno raggiunto un livello di maturità nell’AI che la società definisce come “fase di stabilizzazione”. Al momento, il successo e la monetizzazione delle iniziative dipendono molto dalla capacità di inserirle nel giusto scopo e contesto: “I casi d’uso che producono un significativo valore di business, e che tuttavia possono essere scalati per ridurre il rischio, sono cruciali per dimostrare l’impatto degli investimenti in AI agli stakeholder aziendali”, ha rimarcato Woodward

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