Si inizia a tracciare il percorso (lento) verso il Wi-Fi 7
La nuova generazione della tecnologia per le comunicazioni mobili sarà disponibile almeno fra tre anni, ma le premesse oggi disponibili generano un’attesa destinata a diventare febbrile.
Pubblicato il 06 settembre 2021 da Sandro Castro

Nonostante si parli di una tecnologia si per sé matura, il Wi-Fi appare oggi come mai imprescindibile nel mondo delle comunicazioni mobili a ogni livello. Mentre ancora sono in circolazione le versioni 4, 5 e 6, quest’ultima ancora piuttosto giovane (uscita nel 2019 e programma di certificazione avviato solo da un anno) e rafforzata dalle 6E, ora già si inizia a preparare il terreno per il Wi-Fi 7.
La prima versione risale al 1997 e da allora il protocollo di rete si è evoluto, aumentando a ogni nuova generazione le prestazioni e l’affidabilità. Il boom delle comunicazioni mobili wireless ne ha fatto un punto fermo di ogni infrastruttura di rete, tant’è che, secondo Cisco, nel 2022 oltre la metà del traffico Ip passerà per il Wi-Fi, ma la previsione risale a un tempo pre-pandemico, quindi è probabile che la percentuale possa salire anche di una decina di punti. Anche nel futuro a breve termine, lo smart working sarà una regola o quasi per una fetta rilevante dei lavoratori e a questo occorre aggiungere l’aumento esponenziale degli oggetti connessi, bisognosi dell’ampiezza di banda e della bassa latenza garantita Wi-Fi. Solo questo basta a spiegare l’aumento del peso sul traffico Ip, che nel 2017 non andava oltre il 43%.
Wi-Fi 7 non dovrebbe apparire prima del 2024, ma se così fosse sarebbe comunque dimezzato il tempo di attesa medio che fin qui è intercorso fra una versione e l’altra. Viene da chiedersi perché, visto che l’attuale release 6 ha già migliorato del 75% la latenza e di quattro volte le prestazioni rispetto alla generazione precedente, aggiungendo a questo la sicurezza garantita da Wpa3 e la gestione delle interferenze migliorata con la tecnologia Ofdma.
Attesi grandi miglioramenti prestazionali
Una risposta deriva dalle promesse di un ulteriore incremento delle prestazioni, che Intel ha di recente indicato essere cinque volte superiore rispetto a quanto disponibile oggi. Ancor più importante, forse, sarà l’integrazione della tecnologia Multi-Link Operation, che consente di far funzionare i terminali si diversi canali in modo simultaneo, migliorando ancora latenza e affidabilità per applicazioni come l’IoT industriale o la realtà virtuale/aumentata.
Il protocollo, che tecnicamente è basato sullo standard Ieee 802.11be, promette anche funzioni di coordinamento fra diversi punti d’accesso, per accrescere le prestazioni della rete wireless, oltre a un supporto radio fino a 7 GHz. Alcuni costruttori, come Qualcomm, Mediatek e Broadcom, stanno già lavorando per integrare la tecnologia nei loro prodotti futuri.
Non solo l’affidabilità sembra poter fare la differenza, ma anche una maggior capacità di prevedere il livello di utilizzo della rete sulla base delle varie esigenze aziendali, soprattutto in ottica IoT e di lavoro remoto consolidato. C’è da sperare che, al momento del debutto, sarà superato il problema della penuria di componenti, che al momento affigge molte tecnologie, con riverberi in numerosi settori di applicazione.