Tibco-Citrix, un’integrazione tutta da interpretare
La cessione ai fondi Vista ed Elliott vale per Citrix un cambio di strategia prima di tutto finanziaria. Però la convivenza con Tibco lascia presagire un’integrazione per il momento difficile da decifrare.
Pubblicato il 08 febbraio 2022 da Roberto Bonino

Due sono gli elementi certi che seguono l’operazione, annunciata qualche giorno fa, che ha portato Citrix sotto il controllo dei fondi Vista ed Elliott. La prima riguarda il cammino strategico di una società che da tempo cercava un acquirente. Si tratta di una condizione essenziale per poter modernizzare un’offerta rimasta indietro rispetto all’evoluzione del mercato (il confronto con VMware appare oggi complesso), senza dover sopportare la pressione tipica del risultato di breve termine. E non è da trascurare il fatto che una proprietà finanziariamente solida possa generare a medio termine nuove acquisizioni, che porterebbero ad aumentare il valore all’atto di una possibile rivendita.
Il secondo scenario, tuttavia, lascia più di un dubbio e riguarda la possibile integrazione con Tibco, azienda oggi controllata da Vista. Le sinergie non appaiono così evidenti, almeno a livello di prodotti e portafogli d’offerta. Citrix, infatti, si occupa essenzialmente di infrastruttura, mentre Tibco ha preso la via della data integration e degli analytics e i due mondi non sembrano particolarmente complementari.
Una possibile area di contatto riguarda l’intelligenza che potrebbe essere infusa nelle soluzioni di Citrix. I clienti, infatti, dovrebbero essere interessati alla possibilità di visualizzare dati utili a comprendere meglio il ritorno degli investimenti effettuati, ma anche il monitoraggio delle minacce di sicurezza o la produttività dei dipendenti. Un po' di business intelligence, in sostanza, non guasterebbe per rafforzare la convinzione dei clienti sulle scelte effettuate e offrire uno strumento in grado di avvicinare gli analytics applicati all’It e quelli centrati sull’employee experience.
Dal punto di vista della presenza di mercato, a beneficiare della possibile fusione sarebbe senza dubbio Tibco, che potrebbe avere accesso diretto a una base molto ampia di clienti (dovrebbero essere intorno ai 400mila). D’altra parte, quello del mondo analitico è un comparto che appare ancora in fase di maturazione e non si è fatto largo come sembrava dalle premesse di una decina di anni fa. Una strada di possibile espansione riguarda l’integrazione di elementi analitici data-driven nel mondo del digital workspace, che Citrix presiede. La combinazione delle soluzioni di quest’ultima con le tecnologie di virtualizzazione di Tibco potrebbe consentire ai clienti di accedere a un ampio seti di dati, utilizzando un protocollo sicuro e ottimizzato.
In pratica, il senso dell’operazione porterebbe in direzione del cross selling. Tuttavia, come ha fatto notare Gartner, pur essendo i target assimilabili in entrambi i casi alle grandi e medio-grandi imprese, in realtà i dipartimenti coinvolti appaiono ancora ben distinti e non così collaborativi. La virtualizzazione delle applicazioni o dei desktop, in sostanza, fa capo a decisioni d’acquisto che coincidono poco con quelle legate all’integrazione dei dati o alla gestione delle Api.
Al di fuori degli elementi tecnologici, la sinergia più importante potrebbe rivelarsi quella della messa a fattor comune delle rispettive attività di back-office, come la gestione delle risorse umane, degli acquisti o delle strutture immobiliari. Potrebbe sembrare riduttivo parlare solo di aspetti meramente organizzativi e di ottimizzazione dei costi, ma non occorre dimenticare che spesso si tratta del motore portante delle operazioni condotte da società a vocazione finanziaria.
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