Italia indietro sui data center sostenibili, ma gli investimenti crescono

Luca D’Alleva, senior consultant di Bcs Italia, espone un’analisi sull’impatto ambientale e i relativi investimenti in Italia nel settore infrastrutture tecnologiche.

Immagine generata con l'AI

Immagine generata con l'AI

In questi ultimi mesi stiamo osservando come i data center stiano svolgendo un importante ruolo, in negativo, all’interno dei bilanci dei consumi elettrici. Nonostante i tanti investimenti nel settore, faticano a risultare sostenibili, soprattutto quelli dedicati sul cloud computing che, data la loro dimensione, richiedono quantità di energia elevate sia per il funzionamento che per la manutenzione.

Nel 2026, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie), il consumo totale di elettricità dei data center a livello globale sfiorerà i 1.000 terawattora (TWh). Rispetto ai circa 460 TWh del 2022, questo porterà a un aumento significativo che, sempre secondo l’Aie, è da imputare all’intelligenza artificiale. Nello stesso anno, l’uso di energie rinnovabili, come quella eolica e solare, ha generato negli Stati Uniti il 21,5% dell’elettricità, ma più del 50% da combustibili fossili, come il gas naturale e il carbone. I dati ci dicono, di conseguenza, che è necessario investire di più e pensare seriamente a potenziali alternative energetiche. E il mercato dei data center dovrà fare un balzo verso il futuro per far fronte a una domanda sempre più onerosa.

Luca D’Alleva, senior consultant di Bcs Italia

Luca D’Alleva, senior consultant di Bcs Italia

Empiricamente, il settore deve investire su infrastrutture a minore impatto ambientale al fine di offrire in futuro un data center sostenibile, passando, ad esempio, a fonti di energia rinnovabili. Nel caso italiano, questo processo è già in corso ed esiste una strategia a lungo termine per sostituire le fonti fossili con quelle rinnovabili. A livello pratico, però, l’Italia è in ritardo sulla propria tabella di marcia. L’approvvigionamento energetico del nostro Paese è, infatti, costituito al 40,9% da gas naturale, 32,9% da petrolio, 19,5% da fonti energetiche rinnovabili e bioliquidi, 3,6% da combustibili solidi, 2,4% energia elettrica e 0,8 % da rifiuti non rinnovabili.

Alla luce di quanto evidenziato, si potrà parlare di data center sostenibili in Italia solo quando avranno un impatto ambientale e consumi energetici sempre più sostenibili. Allo stato attuale, questo momento è lontano, ma gli investimenti nel settore evidenziano che il processo è iniziato, e questo ci fa ben sperare.

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