25/01/2023 di Redazione

Il mondo del lavoro subisce l’impatto del digitale

Per i responsabili delle risorse umane, si attendono tempi improntati alla necessità di formare il personale alle nuove sfide imposte dalla tecnologia e dalle nuove modalità di lavoro post-pandemia. Secondo l’annuale Barometro di Cegos, nove dipendenti su dieci sarebbero disposti ad autoformarsi.

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L’impatto della pandemia sul mondo del lavoro è apparso evidente fin dalle prime fasi del lockdown. Ma gli effetti di lungo termine sono ancora più forti e riguardano l’avvenire di molti ambiti professionali e la relativa formazione.

L’annuale Cegos Observatory Barometer “Transformations, skills and learning” pone in evidenza come il digitale (61%), le nuove modalità di lavoro (52%) e la sicurezza informatica (39%) siano le sfide più importanti da affrontare per le aziende nell’ambito delle sviluppo delle competenze per i propri dipendenti. Le percentuali derivano da uno studio che ha coinvolto 377 professionisti delle risorse umane(60 in Italia)  e oltre 4mila dipendenti di sette paesi nel mondo (501 in Italia).

Il 41% degli Hr director e manager ritiene che debbano essere migliorate soprattutto le competenze digitali, così come quelle manageriali (39%), due dati in ascesa rispetto a quanto registrato lo scorso anno in un’analoga ricerca. In generale, traspare una minore preoccupazione rispetto ai lavori a rischio per i prossimi tre anni (solo il 12% in Italia). Allo stesso modo, solo il 23% teme di vedere scomparire il proprio lavoro.

La difficoltà principale per i responsabili delle risorse umane resta la capacità di reperire e poi trattenere i talenti. Se l’84% di loro prevede di istituire programmi di retraining, solo il 24% li ha già implementati. Nove dipendenti su dieci sarebbero disposti anche ad autoformarsi, ma tre dipendenti italiani su quattro considererebbero un cambio totale di carriera se implicasse dare un maggior significato alla propria vita professionale. Inoltre, solo il 40% dei dipendenti ritiene che la propria organizzazione soddisfi le proprie esigenze di formazione “just in time” e il 42% ritiene che la risposta arrivi troppo tardi rispetto a quando si è manifestato il bisogno formativo.

Per gli Hr Manager, oltre che per i dipendenti, sono prioritari i temi della personalizzazione dei percorsi formativi e della diversificazione delle modalità formative. Tra le nuove modalità formative, in linea con queste tendenze, suscitano un crescente interesse l’adaptive learning (45%), il social learning (42%) e il design thinking (41%).  I data learning, invece, appaiono una leva essenziale, ma ancora poco utilizzata. Il 37% degli Hr Manager, infatti, afferma di impiegarli per migliorare l'esperienza di apprendimento, ma l'11% indica di non utilizzarli affatto.

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