27/02/2024 di Redazione

L’intelligenza artificiale cambierà il lavoro, ma a passi progressivi

Una ricerca di Bip mette in evidenza come la tecnologia corra più veloce del mercato e alle percezioni di medio termine non corrispondano necessariamente rapide azioni nel breve.

Secondo una recente ricerca condotta dall'osservatorio della multinazionale italiana della consulenza Bip, il 30% delle organizzazioni non ha ancora implementato l'intelligenza artificiale nei propri sistemi aziendali. Eppure, secondo il 95% dei professionisti intervistati (260, provenienti da varie organizzazioni), il progresso dell'AI potrebbe avere un impatto significativo sul proprio lavoro, staccando significativamente l'Internet of Things (41%), la realtà aumentata (31%) e quella virtuale (31%). Anche se in misura minore, altre tecnologie considerate includono la blockchain (17%) e il calcolo quantistico (15%).

In sostanza, sebbene la maggior parte degli intervistati percepisca positivamente l'impatto delle nuove tecnologie, ciò non si riflette necessariamente nelle azioni concrete prese dalle aziende di appartenenza, visto che quasi il 30% di esse non ha ancora implementato alcuna soluzione tecnologica fra quelle indicate. Solo il 62% del campione utilizza queste tecnologie come asset aziendali attivati dall'organizzazione, mentre il restante 38% le impiega con licenze personali.

Per adattarsi a questo panorama tecnologico in rapida evoluzione, i professionisti devono riqualificarsi, adottando nuovi processi e tecnologie. Il 54% degli intervistati ammette di non possedere le competenze necessarie, ma otto su dieci hanno dichiarato di aver iniziato a formarsi per acquisirle. Il 58% delle aziende sta supportando queste attività fornendo strumenti e soluzioni per accrescere le competenze.

Resta il fatto che tra le tecnologie più adottate dalle organizzazioni vi è l'intelligenza artificiale, implementata nel 64% dei casi, seguita dall'Internet delle cose, presente nel 17% delle aziende. La realtà aumentata è utilizzata dal 12% delle imprese, mentre la realtà virtuale e il calcolo quantistico hanno adozioni più limitate, rispettivamente del 5% e del 3%.

Secondo Alessia Canfarini, responsabile del Centro di eccellenza Human Capital di Bip, il 75% delle persone ritiene che la tecnologia possa abbattere le barriere di esclusione: “Le generazioni digitali emergenti stanno trasformando il mondo del lavoro con nuove aspirazioni e un approccio innovativo”.

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