14/04/2023 di Redazione

Telebit, l’iperconvergenza per gestire tutte le sedi

Il system integrator specializzato nelle comunicazioni per reti fisse e mobili lavora con Nutanix e Var Group per erogare i propri servizi tramite le 28 sedi sul territorio nazionale. Migliorati i parametri Rto e Rpo per il disaster recovery.

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Gruppo Telebit rappresenta una realtà di riferimento in Italia nel mondo della system integration negli ambiti delle telecomunicazioni, delle soluzioni digitali e dell’e-mobility. Forte di un organico superiore ai 1.200 dipendenti e di un fatturato intorno ai 220 milioni di euro, la società fa leva oggi su 28 sedi in Italia (più quattro in Brasile) e si trova a gestire una crescita che si traduce anche in complessità e ricerca di efficienza.

Per supportare questa evoluzione, l’azienda doveva affrontare due sfide principali, ovvero rendere più resilienti le infrastrutture, quindi i servizi erogati, e contare su tecnologie in grado di portare una maggiore efficienza in ambito di sviluppo software: “Volevamo implementare una soluzione scalabile”, spiega Germano Quarta, direttore tecnico di Telebit, “perché i ritmi di crescita erano impegnativi. Abbiamo valutato diverse alternative, ma poi ci siamo diretti verso le architetture iperconvergenti per implementare un’efficace business continuity, un altrettanto performante disaster recovery e per sviluppare nuovi servizi sfruttando metodologie moderne come DevOps e container”.

Lavorando in stretta collaborazione con il partner Var Group, il gruppo ha deciso di puntare sulla tecnologia Nutanix. Dopo qualche mese di studio e analisi, a dicembre 2021 il progetto è partito con la realizzazione di due micro data center, collocati in due diverse città (prima le macchine erano installate in due edifici dello stesso complesso). Ciascun sistema si poggia su un cluster di tre nodi Hpe, governati da Nutanix Aos e Prism: uno è stato collocato presso la sede dell’azienda a Treviso e l’altro in housing nel data center di Tim/Noovle di Padova. I due siti sono collegati attraverso una connessione dark fiber.

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Una volta implementata l’infrastruttura, Telebit ha constatato un miglioramento in termini di un’efficace business continuity e disaster recovery per i propri clienti, non solo grazie all’ottenimento dalle certificazioni Iso 22301 e 27001, ma anche sui parametri Rto (Recovery Time Objective) e Rpo (Recovery Point Objective),  che sono passati rispettivamente da 6 a 1 ora e da 1 ora a 15 minuti: “In realtà, il tempo di entrambi i parametri potrebbe essere anche inferiore”, sottolinea Matteo Tonon, It manager di Telebit, “cioè solo quello necessario ad accendere le macchine virtuali, quindi circa 20 minuti per l’Rpo e 5 per l’Rto”.

Attualmente, Telebit sta modificando il suo posizionamento sul mercato, allargando le aree di competenza verso un altro mercato, ovvero quello dell’Ict. L’elemento chiave di questa strategia è il nuovo Noc (Network Operations Center), che consentirà di fare manutenzione predittiva basandosi su algoritmi di intelligenza artificiale: “Per poter raccogliere i dati necessari ad alimentare i servizi offerti dal Noc”, riprende Quarta, “abbiamo sviluppato una piattaforma IoT e stiamo costruendo il database sull’infrastruttura Hci di Nutanix. Con questa architettura e il controllo intelligente dei diversi Kpi, potremo gestire i ticket dei clienti in modo proattivo, sviluppando nuove competenze nel segmento delle reti del futuro, basate sulla virtualizzazione”.

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