01/07/2023 di Roberto Bonino

Zero, l’agricoltura verticale coltivata sulla tecnologia

L’azienda ha costruito un modello e, a seguire, un Future Farming District, che tende a industrializzare la realizzazione di coltivazioni indoor sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico. L’infrastruttura sottostante si fonda sulle tecnologie Dell.

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Di verticale non c’è solo il famoso bosco milanese, ma anche una nuova forma di coltivazione agricola, che solo ora inizia a trovare forme di concretizzazione applicabili in scala. Ci sta provando Zero, start up di Pordenone che, a partire dal 2018, ha sviluppato un modello costruito sulla tecnologia per rendere sostenibile la proposizione di questa forma di indoor farming: “Parliamo di un mercato che in realtà esiste da una ventina d’anni, ma fin qui non ha prodotto numeri troppo significativi”, illustra Daniele Modesto, fondatore e Ceo della società. “Al notevole risparmio di acqua e all’aumento della produzione per unità di superficie, infatti, si è sempre contrapposto l’elevato fabbisogno energetico. A questo si aggiunge la necessità di investimenti difficili da sostenere. Per superare i limiti storici, abbiamo pertanto deciso di costruire da zero un nuovo modello”.

Nasce su queste basi la Zero Modular Architecture, che combina impianti di produzione in vertical farm con tecnologia hardware e software. Quest’ultimo elemento è la chiave per produrre componenti standardizzate e realizzare così in serie impianti, che normalmente vengono installati in spazi industriali dismessi e rigenerati per essere alimentati con energia pulita: “Non siamo grower, a differenza di altre realtà che si sono cimentate in quest’ambito, ma lavoriamo quasi come una software-house, avendo all’interno le competenze per lo sviluppo e il controllo del sistema operativo che di fatto governa la farm”, precisa Modesto.

Dopo aver sviluppato la propria gamma di prodotti, a marchio Zero Farms, l’azienda ha iniziato a realizzare, in partnership industriale con Iseo Idro, il Future Farming District, situato a Capriolo, nel bresciano, e destinato a essere completato entro il 2025. Il progetto prevede la realizzazione di un ecosistema circolare che abbina la produzione di energia pulita da fonti rinnovabili a impianti di coltivazione in vertical farm di configurazione flessibile e intelligenti al punto di autogestirsi. Soprattutto in questa fase, entra in gioco la tecnologia di Dell Technologies, che sta supportando Zero con la fornitura dell’infrastruttura di base, fatta di sistemi iperconvergenti, ma anche di tutti i dispositivi rugged utilizzati in ottica di edge computing: “Fin dall’inizio ci siamo mossi con una visione internazionale e abbiamo stretto rapporti con realtà, per esempio, in Arabia Saudita”, racconta Modesto. “Ci serviva quindi un partner tecnologico che avesse la capacità di fornire le stesse tecnologia su scala globale. Dell ci ha convinto, però, soprattutto per la qualità delle persone con le quali ci siamo interfacciati e per la volontà di collaborare alla creazione di un business che oggi è ancora in buona parte da inventare”.

Dell Technologies ha avviato agli inizi del 2022 una collaborazione con Zero, che ha portato alla fornitura di diverse componenti tecnologiche, dai server e lo storage necessari per gestire il flusso di dati e l’operatività degli impianti di vertical farm ai sensori e ai sistemi edge necessari per fare analisi nei plant. All’interno di Future Farming District, l’azienda lavora per la costruzione del data center, con tecnologie Vdi per poter collegare specialisti da tutto il mondo.

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