Una volta c’erano le “bombe” di Maurizio Mosca a smuovere l’attenzione degli appassionati di calcio interessati ai movimenti dei giocatori fra una squadra e l’altra. Oggi, anche l’anticipazione più clamorosa si trova sul Web e Calciomercato.com è fra i siti più battuti da tifosi e curiosi, con una media di 3 milioni di pagine visitate al giorno.
La realtà è meno giovane di quel che si potrebbe pensare, essendo nata nel 1996 da un’idea del procuratore Carlo Pallavicino, inizialmente come servizio per i colleghi del settore, per poi evolvere verso una vera e propria testata giornalistica. Oggi il brand cela un network di siti, che, oltre al prodotto-faro, include un luogo per gli appassionati di fantacalcio e uno spazio dedicato ai soli tifosi della Juventus. Da qualche tempo, inoltre, la proprietà è passata alla multinazionale Onefootball, che gestisce anche il noto sito goal.com.
Come capita spesso con le realtà digital-native, l’appoggio al cloud per la gestione delle attività è stato un passaggio naturale dal momento in cui questa logica di fruizione si è imposta all’attenzione delle aziende. Per Calciomercato.com, tuttavia, la svolta è avvenuta nel momento in cui, circa cinque anni fa, è iniziata la migrazione verso i servizi di Amazon Web Services (Aws): “La soluzione adottata in precedenza generava insoddisfazione, perché le prestazioni non erano sempre adeguate e c’era poca chiarezza sulle ragioni dei malfunzionamenti e sull’attribuzione dei costi”, ricorda Denis Casanuova, Cto di Calciomercato.com. “Per questo abbiamo deciso di cambiare, alla luce del nostro percorso di crescita e del particolare andamento del traffico”.
Denis Casanuova, Cto di Calciomercato.com
Il sito, infatti, per sua natura vive di oscillazioni sul volume di connessioni, legato alla stagionalità delle notizie di mercato, assai più continue e numerose in estate, quando fervono le trattative per portare qualche nuovo top player alla corte delle società con le maggiori disponibilità di investimento e anche il numero più alto di tifosi interessati: “Aws ci garantisce la necessaria scalabilità delle risorse da utilizzare e con loro è stato possibile impostare un percorso di progressivo ampliamento della gamma di servizi proposti, dallo sviluppo della app al supporto dei dispositivi mobili, dalla creazione di Api per il collegamento ai partner all’invio delle newsletter. La flessibilità acquisita si è tradotta in un risparmio di costi oggi misurabile intorno al 50% rispetto al passato”, illustra Casanuova.
Le componenti dell’offerta Aws implementate da Calciomercato.com sono aumentate nel corso del tempo. Il traffico mobile ha preso il sopravvento su quello tradizionale legato ai desktop e Cloudfront ha aiutato a scalare e contenere i costi, soprattutto nei momenti di picco. Altri servizi adottati sono Web Server (su Php o Node), Elastic Cache per implementare nuove applicazioni e Lambda per far scaturire eventi e spegnerli quando non servono più. Assieme a Corley, Aws ha lavorato per consentire al sito di gestire in modo automatizzato la grande mole di commenti sulle notizie, all’incirca 10mila al giorno: “Il grande background accumulato è stato dato in pasto ad algoritmi di machine learning per fare in modo che, già oggi, le macchine siano in grado di moderare circa il 50% dei commenti”, racconta Casanuova.
Dal punto di vista infrastrutturale, il prossimo passaggio dovrebbe portare alla trasformazione di alcune componenti in logica serverless, mentre gli sviluppi riguardano soprattutto la user experience, funzionale anche per fare in modo che il pubblico possa interagire meglio anche con la pubblicità, fonte primaria di introiti per l’azienda: “Fondamentale è stato assicurarsi la continuità del servizio”, conclude Casanuova, “e per questo Corley e Aws ci hanno aiutato a implementare, in questi ultimi mesi, un sistema di disaster recovery, che ha quasi azzerato la cadute del sito e reso sicura la gestione dei picchi, con conseguenti effetti positivi sulla redditività delle campagne appoggiate su di noi. Ora stiamo effettuando simulazioni sui tempi di ripristino in caso di incidente, puntando a non superare le 2-3 ore al massimo”.