21/02/2025 di Redazione

Gli edge data center in Italia, un’opportunità ancora frenata

La crescita delle infrastrutture è un dato di fatto anche nel nostro Paese. Crearli con una logica di prossimità avrebbe dei vantaggi per il territorio, ma la normativa è ancora carente-

Il mercato globale dei data center continua la sua rapida espansione, con un valore attuale di 325,9 miliardi di dollari e una previsione di crescita fino a quasi 440 miliardi entro il 2028. In Europa, la domanda di servizi digitali e l'adozione dell'intelligenza artificiale trainano un incremento del 22% nella capacità dei data center entro il 2025. Anche l'Italia segue questa tendenza, con una potenza complessiva di 513 MW IT nel 2024, in crescita del 17% rispetto all'anno precedente. Milano si afferma come hub emergente a livello europeo con 238 MW IT, mentre gli investimenti nel settore hanno raggiunto i 5 miliardi di euro tra il 2023 e il 2024, con previsioni di ulteriori 10 miliardi entro il 2026.

L'evoluzione del settore vede un crescente interesse per i data center di prossimità, strutture più piccole situate in contesti urbani per ridurre la latenza e migliorare l'interazione con il territorio. Questi impianti si affiancano ai grandi hyperscaler, essenziali per la gestione di carichi di lavoro complessi. Secondo Danilo Andreotti, unit director data center di Deerns Italia (società che ha curato l’implementazione di oltre 6mila data center in 135 Paesi e in Italia ne conta 102 localizzati in prevalenza nel Nord), la strategia vincente combina hyperscale ed edge data center per rispondere alle esigenze del mercato e delle amministrazioni locali: «Se i data center hyperscale rimangono cruciali per la gestione di carichi di lavoro complessi, gli edge data center stanno emergendo per soddisfare la domanda di bassa latenza e elaborazione locale»,

Un tema centrale rimane l'impatto ambientale. Il consumo energetico e idrico dei data center impone soluzioni sostenibili come il raffreddamento a circuito chiuso per ridurre il consumo di acqua. Inoltre, il riutilizzo di edifici industriali dismessi limita la cementificazione e contribuisce alla permeabilità del suolo. L'integrazione con le reti energetiche urbane offre l'opportunità di recuperare il calore generato dai data center, riducendo i consumi negli edifici circostanti.

Un ulteriore ostacolo per il settore in Italia è la mancanza di una normativa chiara. Mentre la Regione Lombardia ha introdotto linee guida specifiche, a livello nazionale il settore attende una regolamentazione definita. Nel 2024 sono state presentate quattro proposte di legge per riconoscere ufficialmente i data center e standardizzare le procedure autorizzative. L'Istat ha inoltre annunciato l'introduzione di un codice Ateco specifico per il settore, con la prospettiva di una prima legge nazionale nel corso dell'anno, elemento chiave per garantire maggiore certezza agli investitori.

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