Il Dna delle startup italiane è digitale, social e sostenibile, il loro mercato è prevalentemente B2B e si rivolgono per la maggior parte al settore ICT e dei servizi business. Questo, in sintesi, l’identikit che emerge dalla nuova survey Assintel Report Speciale Startup, presentata dall’associazione italiana delle imprese Ict di Confcommercio. La ricerca, svolta nel primo quadrimestre dell’anno, è curata dall’Istituto Ixé, mentre gli sponsor del progetto sono Grenke, Intesa Sanpaolo, TIM e Open Gate Italia.
“Il focus di questa nuova ricerca non è stato tanto quello di una mappatura asettica delle startup italiane, quanto quello di concentrarci sullo spaccato più innovativo di questo mondo, per coglierne le peculiarità e orientare gli investitori verso un sostegno allo sviluppo di questo prezioso ecosistema”, ha detto Dante Laudisa, Vicepresidente Assintel e coordinatore del progetto #startuphub2030, ideato per supportare la crescita e lo sviluppo delle startup con percorsi che portino ad una finanza non speculativa, ma anzi distributiva, generativa e sostenibile. “Analizzando i risultati, si osserva poi che le startup associate Assintel evidenziano un risultato di posizionamento migliore nelle diverse metriche”. Quindi, far parte dell'ecosistema Assintel consentirebbe una condivisione e un confronto importante in termine di valori e contenuti che si ripercuote sui risultati complessivi delle stesse.
Le startup italiane sono tipicamente di piccola dimensione (l’83% ha meno di 10 occupati, il 72,6% ha meno di 5 soci), ma solo una minoranza è nella fase di ideazione (9,5%) o di prototipazione (10,9%). La metà delle startup si dimostra già in fase di scale-up (52,7%) o di lancio commerciale (26,9%), anche considerando una bassa anzianità d’impresa (1 o 2 anni di vita): segnale dell’elevata vitalità di queste realtà, che sono in grado di bruciare rapidamente le tappe del proprio sviluppo.
Il mercato prevalente è quello B2B, che raccoglie il 64,3% delle risposte. I principali segmenti di mercato sono l’ICT (per il 38,1% di esse), i prodotti e servizi business (37,4%), l’area healthcare, pharma e biotech (18%), la manifattura (17,3%), la finanza e il food & beverage (17%).
La presenza online delle startup è pressoché totale: il 99% di esse ha almeno un canale online, si tratti di sito web o social. Linkedin è il social network preferito (con l’85% delle presenze) seguito da Facebook (57,8%) Instagram (57,1%), YouTube (31,3%), TikTok (12,9%) e infine X (10,5%).
A livello di tecnologie adottate in azienda, non sorprende che l’Intelligenza Artificiale sia presente nel 43,9% di esse, seguita dalle piattaforme digitali (32%), dal cloud (28,9%) e da sistemi di social media marketing (28,9%). Anche l’aspetto delle tecnologie proprietarie è peculiare: il 58,1% le ha già o le sta sviluppando, percentuale che sale però al 90,1% per le associate Assintel. Il 38,4% ha inoltre già sviluppato o sta sviluppando brevetti.
Elevata attenzione all’ambiente e alla sostenibilità
Il dato decisamente più interessante è la connessione con il valore della sostenibilità: per il 68% delle startup intervistate il loro prodotto ha un impatto in termini ecologici e di sostenibilità, in particolare se rivolto al settore Energia/Utilities (75,6%), Healthcare/Pharma/Biotech (75,5%), Finance (72%) e ICT (71,4%). “Questo dato” ha continuato Laudisa “per noi è la conferma che stiamo andando nella giusta direzione: alle startup che gravitano attorno all’ecosistema Assintel proponiamo infatti un assessment ad hoc – Value’s Metrics – che lega gli indici Esg ai criteri di premialità per entrare in contatto con quegli investitori che sposano la nostra filosofia di sostenibilità”.
Per quanto riguarda la parità di genere, si conferma l’annoso problema di un orientamento soprattutto maschile alle discipline Stem e di una cultura latente non ancora pienamente inclusiva. Questo si riverbera anche nella composizione delle startup innovative: il 46% delle startup mappate ha almeno una donna come socia fondatrice, ma la percentuale scende al 25% per la presenza di donne nel Cda, solo il 21,9% ne è attualmente AD. La buona notizia? Nelle nuove startup la tendenza è di una maggior presenza femminile, con una media del 37% all’interno dei Cda.
“Il mondo delle startup innovative italiane” ha sottolineato Laudisa “è come un nuovo genoma che porta nel Dna imprenditoriale la linfa dell’innovazione. Dobbiamo imparare a supportarlo a livello sistemico, con politiche di valorizzazione: pensiamo alla semplificazione burocratica, frenata dal passo indietro sulla costituzione online delle nuove startup tramite le Camere di Commercio, e soprattutto alla concessione del credito, ancora troppo conservativa”.
Assintel Digital Awards: i vincitori 2024
Durante l’evento sono stati premiati i tre vincitori dell’Assintel Digital Awards 2024, il contest che quest’anno si è focalizzato sulle migliori startup innovative del nostro made in Italy nelle tre categorie strategiche dell’AI, della cybersecurity e della blockchain.
Mywaiha sviluppato una piattaforma brevettata AIoT made in Italy con il sostegno della Commissione Europea, dell'Esa e del Mimit, che ha come focus l’abilitazione della manutenzione predittiva ed il controllo qualità attraverso l’AI su apparecchiature industriali, biomedicali e smart cities.
Equixly, invece, è una piattaforma SaaS che rafforza la sicurezza delle applicazioni integrando test di sicurezza Api nel ciclo di sviluppo software Utilizzando algoritmi di machine learning avanzati, esegue automaticamente attacchi API, identificando vulnerabilità e fornendo piani di rimedio predittivi.
Accudire, infine, è una start-up innovativa dell’industria 5.0, che offre una piattaforma collaborativa per digitalizzare i processi e la documentazione legata all’export, basata su tecnologie blockchain, edge computing, 2FA che rendono i processi tracciabili, sicuri, compliant e anticontraffazione.