07/03/2024 di Roberto Bonino

Attinge al digitale la ricerca biotech di Diesse

L’azienda toscana, specializzata nella produzione di sistemi diagnostici in vitro, ha da poco inaugurato il più grande centro di R&D in Italia, costruito e organizzato sui principi evolutivi dell’Industria 5.0. Sviluppo di software tutto in-house, prospettive dell’intelligenza artificiale e dell’IoT al centro delle riflessioni del Ceo, Massimiliano Boggetti.

Da sinistra, il sindaco di Monteriggioni, Andrea Frosini, e il Ceo di Diesse, Massimiliano Boggetti, all'inaugurazione del Biotech Campus

Da sinistra, il sindaco di Monteriggioni, Andrea Frosini, e il Ceo di Diesse, Massimiliano Boggetti, all'inaugurazione del Biotech Campus

Nata all’inizio degli anni Ottanta, Diesse è oggi una delle realtà di punta a livello nazionale nella produzione di sistemi diagnostici in vitro. Radicata nel distretto toscano Scienze della Vita (il quartier generale è in provincia di Siena), l’azienda ha da poco inaugurato il più grande centro in Italia di Ricerca&Sviluppo e produzione biotech, esteso su una superficie di 10mila metri quadrati e destinato alla progettazione e la produzione automatizzata di test, strumenti analitici e software per la diagnostica in vitro.

Il Diesse Biotech Campus impiega oltre duecento persone, ospita un’area per la produzione di biomateriali batterici, virali e ricombinanti, integra una biobanca automatizzata che permette la gestione di virus, batteri e cellule ricombinanti fino alla classe terza di sicurezza patogena ed è stato progettato seguendo i principi dell’Industria 5.0.

Queste note lasciano trasparire quale sia il ruolo della tecnologia digitale negli sviluppi dell’azienda e per approfondirne tutte le implicazioni abbiamo incontrato il Ceo, Massimiliano Boggetti.

Quali sono le applicazioni delle nuove tecnologie digitali nel vostro contesto produttivo e di ricerca?

Noi produciamo macchinari e reagenti biotecnologici per misurare parametri organici che possono generare patologie. Presidiamo tutto il ciclo di sviluppo, dalla progettazione alla produzione allo sviluppo del software collegato. L’innovazione è al centro di tutte le fasi della nostra attività. L’intelligenza artificiale, per esempio, è già oggi largamente impiegata in diversi ambiti, che comprendono la diagnosi predittiva delle macchine o l'interpretazione semiautomatica dei dati accanto derivati dall’utilizzo del digital imaging. Nel primo caso, dobbiamo tener conto che le macchine di diagnostica di laboratorio producono dati ventiquattr’ore al giorno e, quindi, gli algoritmi di AI, supportati da una data platform, aiutano a prevenire potenziali failure, ma ci sono molte altre applicazioni, che funzionano in combinazione con il visual imaging, per esempio per l'individuazione di alcuni patogeni automatizzando il processo biochimico e la successiva lettura dei dati. In Italia sono allocate tanto le attività di ricerca quanto la produzione. Il nostro stabilimento lavora con una forte componente di automazione, ma deve prestare la massima attenzione alla sicurezza e alle normative che in generale regolano il nostro settore. Per questo, i nostri sviluppi più recenti sono dettati dai principi human-centric dell’Industria 5.0, dove la tecnologia aiuta a smarcare attività ripetitive o peculiari, come la gestione di una biobanca che richiede uno stoccaggio dei materiali in dispositivi di refrigerazioni con temperature fino a -170°. Allo stesso modo, la sensoristica ci aiuta a prevenire problematiche di confinamento biologico e rischi di bio-terrorismo, ma anche a garantire la sicurezza degli operatori, che maneggiano materiali ad alto livello di pericolosità.

Massimiliano Boggetti, Ceo d Diesse

Massimiliano Boggetti, Ceo d Diesse

Come si declina per voi il concetto di Industria 5.0?

Facendo un passo indietro, nel modello 4.0 si pensava soprattutto a come digitalizzare i processi produttivi, mentre il nuovo corso rimette l’uomo al centro e fa ruotare intorno al suo lavoro l’interazione con le macchine. Ne discende un arricchimento delle conoscenze che altrimenti non sarebbe, in alcuni casi, nemmeno possibile immaginare. Al nostro interno abbiamo adottato appieno questa logica e il nostro Biotech Campus è oggi la prima realtà produttiva di Industria 5.0 del settore, basato com’è su principi di lean manufacturing, white economy e sostenibilità. D’altra parte, l’attività della nostra azienda è guidata da tre valori fondamentali, ovvero People, Planet e Prosperity. Il primo dei tre è forse il più importante ed enfatizza la preparazione delle persone in organico. Nel nostro reparto produttivo operano circa novanta persone con un altissimo livello di scolarizzazione, arrivando in alcuni casi al dottorato.

Qual è il rapporto fra il Ceo e il top management da un lato e l’It dall’altro?

Credo fortemente che, in una realtà a grande trazione tecnologica come la nostra, sia necessaria una piena sinergia tra management e struttura. Ciò vale soprattutto per la parte di R&S nella quale lo sviluppo di sistemi diagnostici in-house si basa largamente sui loro software innovativi, area alla quale sono particolarmente legato per passione, essendo io un biologo molecolare. È proprio grazie all’adozione di sistemi tecnologicamente innovativi che viene permesso al management di mantenere un costante monitoraggio sull’avanzamento dei progetti e sull’intera azienda: tutti i processi sono integrati nel gestionale aziendale e l’intero campus è gestito da un sofisticato sistema di controllo Bms.

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